
GDPR e dati dei dipendenti. E’ prassi diffusa applicare il termine di dieci anni (prescritto dal Codice delle Obbligazioni per numerosi documenti amministrativi), anche per alcuni atti personali.
Ad esempio, i documenti necessari per le assicurazioni sociali o la dichiarazione di salario, per allestire o giustificare i certificati di lavoro e per fornire referenze devono essere conservati per dieci anni dopo lo scioglimento del contratto di lavoro.
Cosa cambia con il GDPR?
Il nuovo GDPR indica che i dati personali possono essere conservati per un periodo di tempo non superiore a quello necessario agli scopi per i quali sono stati raccolti e trattati.
Pertanto, ogni azienda, società o altro tipo di ente dovrà adeguarsi a tale previsione normativa, provvedendo senza ritardo alla cancellazione o alla anonimizzazione dei dati nel momento in cui la conservazione dei dati personali non risulti ulteriormente giustificata.
Cosa cambia per le Risorse Umane?
La regola generale è eliminare i dati nel momento in cui viene meno lo scopo di raccolta degli stessi, a meno che non esistano altri motivi per la conservazione. Il consiglio è quindi di delineare un regolare processo di revisione e di pulizia dei database delle risorse umane.
Il GDPR impone alle Risorse Umane di delineare e spiegare, per ogni categoria di dati personali, il motivo e la durata del trattamento.
Per mettersi al sicuro prova a gestire ogni categoria di dati dei dipendenti con questi 6 passaggi:
- Svolgi un audit. Analizza in che modo sono registrate le informazioni, il motivo, la durata e la relativa motivazione;
- Nomina un responsabile che sia opportunamente formato;
- Valuta i rischi associati alle tue registrazioni. Redigi un documento da allegare al tuo registro dei rischi
- Proteggi i dati assicurandoti che siano oggetto di back-up e che non possano essere rubati o manomessi;
- Sostieni i diritti individuali. Assicurati di poter accedere, modificare o cancellare i dati se richiesto da un dipendente
- Svolgi esami periodici. Controlla i tuoi dati regolarmente e distruggi tutti i record che non ti servono. Se ritieni che alcuni dati debbano essere conservati più a lungo di quanto si pensi, devi ricevere il consenso da tutti i dipendenti coinvolti.
Due buone norme:
- I documenti concernenti la candidatura (ad esempio curriculum vitae, attestati, diplomi, foto) vanno restituiti al più tardi al termine del rapporto di impiego;
- I documenti riguardanti le qualifiche, le perizie mediche o i test attitudinali devono essere distrutti o restituiti al più tardi due anni dopo che sono stati redatti.
Da un punto di vista pratico, con il GDPR occorre garantire ai dipartimenti HR i processi e gli strumenti tecnologici adeguati per raccogliere, tracciare, gestire e aggregare in modo affidabile l’ampio volume e la varietà delle informazioni dei dipendenti.
Questo potrebbe essere un obiettivo molto impegnativo per tutte quelle aziende che gestiscono i dati del personale su sistemi diversi (cartelle sul server aziendale, file excel, word, e-mail, ecc.). In queste condizioni, anche fornire una copia al dipendente dei suoi dati, può diventare un compito arduo.
Esistono molti software HR che permettono di gestire i dati dei dipendenti provenienti da diverse fonti per centralizzarli in un’unica piattaforma, facilmente accessibile e con back-up automatici.
E tu che soluzione stai adottando?
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