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GDPR e HR: per quanto tempo conservare i dati? Scacco matto in 6 mosse

GDPR e dati dei dipendenti. E’ prassi diffusa applicare il termine di dieci anni (prescritto dal Codice delle Obbligazioni per numerosi documenti amministrativi), anche per alcuni atti personali.

Ad esempio, i documenti necessari per le assicurazioni sociali o la dichiarazione di salario, per allestire o giustificare i certificati di lavoro e per fornire referenze devono essere conservati per dieci anni dopo lo scioglimento del contratto di lavoro.

Cosa cambia con il GDPR?

Il nuovo GDPR indica che i dati personali possono essere conservati per un periodo di tempo non superiore a quello necessario agli scopi per i quali sono stati raccolti e trattati.

Pertanto, ogni azienda, società o altro tipo di ente dovrà adeguarsi a tale previsione normativa, provvedendo senza ritardo alla cancellazione o alla anonimizzazione dei dati nel momento in cui la conservazione dei dati personali non risulti ulteriormente giustificata.

Cosa cambia per le Risorse Umane?

La regola generale è eliminare i dati nel momento in cui viene meno lo scopo di raccolta degli stessi, a meno che non esistano altri motivi per la conservazione. Il consiglio è quindi di delineare un regolare processo di revisione e di pulizia dei database delle risorse umane.

Il GDPR impone alle Risorse Umane di delineare e spiegare, per ogni categoria di dati personali, il motivo e la durata del trattamento.

Per mettersi al sicuro prova a gestire ogni categoria di dati dei dipendenti con questi 6 passaggi:

  1. Svolgi un audit. Analizza in che modo sono registrate le informazioni, il motivo, la durata e la relativa motivazione;
  2. Nomina un responsabile che sia opportunamente formato;
  3. Valuta i rischi associati alle tue registrazioni. Redigi un documento da allegare al tuo registro dei rischi
  4. Proteggi i dati assicurandoti che siano oggetto di back-up e che non possano essere rubati o manomessi;
  5. Sostieni i diritti individuali. Assicurati di poter accedere, modificare o cancellare i dati se richiesto da un dipendente
  6. Svolgi esami periodici. Controlla i tuoi dati regolarmente e distruggi tutti i record che non ti servono. Se ritieni che alcuni dati debbano essere conservati più a lungo di quanto si pensi, devi ricevere il consenso da tutti i dipendenti coinvolti.

Due buone norme:

  • I documenti concernenti la candidatura (ad esempio curriculum vitae, attestati, diplomi, foto) vanno restituiti al più tardi al termine del rapporto di impiego;
  • I documenti riguardanti le qualifiche, le perizie mediche o i test attitudinali devono essere distrutti o restituiti al più tardi due anni dopo che sono stati redatti.

Da un punto di vista pratico, con il GDPR occorre garantire ai dipartimenti HR i processi e gli strumenti tecnologici adeguati per raccogliere, tracciare, gestire e aggregare in modo affidabile l’ampio volume e la varietà delle informazioni dei dipendenti.

Questo potrebbe essere un obiettivo molto impegnativo per tutte quelle aziende che gestiscono i dati del personale su sistemi diversi (cartelle sul server aziendale, file excel, word, e-mail, ecc.). In queste condizioni, anche fornire una copia al dipendente dei suoi dati, può diventare un compito arduo.

Esistono molti software HR che permettono di gestire i dati dei dipendenti provenienti da diverse fonti per centralizzarli in un’unica piattaforma, facilmente accessibile e con back-up automatici.

E tu che soluzione stai adottando?


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PMI al via il bonus per la quotazione sotto forma di credito di imposta

Il 19 giugno è stato pubblicato il decreto attuativo che permette di presentare domanda di credito d’imposta a parziale copertura dei costi di consulenza per la quotazione in Borsa delle PMI.

Dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2020, costerà quindi meno quotarsi in borsa per le PMI che procedono alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione in uno Stato Ue o aderente al See.

In accordo alla legge di bilancio 2018, sarà riconosciuto sotto forma di credito di imposta il rimborso del 50% delle spese di consulenza sostenute, il tetto massimo è stato fissato in 500 mila euro e il numero minimo di società finanziabili nel triennio è stato fissato in 160.

CHI PUO’ USUFRUIRNE

In accordo alla raccomandazione 2003/361/CE, possono beneficiare della agevolazione tutte le società che, a livello di gruppo, non abbiano più di 250 dipendenti, con un bilancio che non superi 50 milioni di ricavi o 43 milioni di attivo dello stato patrimoniale e che siano in regola con provvedimenti di restituzione di aiuti o di incentivi dichiarati illegittimi.

La domanda di ammissione alla quotazione deve essere presentata dopo il 1° gennaio 2018 e l’ammissione deve essere ottenuta entro fine 2020.

QUALI COSTI SONO AMMISSIBILI

Sono ammissibili i costi sostenuti per le seguenti attività di consulenza esterna legate al processo di quotazione:

  • attività sostenute in vista del processo di quotazione e ad esso finalizzate, come l’implementazione e l’adeguamento del sistema di controllo di gestione, l’assistenza dell’impresa nella redazione del piano industriale, il supporto in tutte le fasi del percorso di quotazione nel mercato di riferimento;
  • attività fornite durante la fase di ammissione alla quotazione e finalizzate ad attestare l’idoneità della società;
  • collocamento delle azioni presso gli investitori;
  • supporto nella revisione delle informazioni finanziarie storiche o prospettiche, nella preparazione di report, e nello svolgimento della due diligence finanziaria;
  • assistenza nella redazione del documento di ammissione e del prospetto o dei documenti utilizzati per il collocamento;
  • questioni legali, fiscali e contrattualistiche strettamente inerenti alla procedura di quotazione come le attività relative alla definizione dell’offerta, la disamina del prospetto informativo o documento di ammissione o dei documenti utilizzati per il collocamento presso investitori qualificati, la due diligence legale o fiscale e gli aspetti legati al governo dell’impresa;
  • attività di comunicazione.

COME ACCEDERE

Per usufruire del credito di imposta occorre inviare domanda fra il primo ottobre dell’anno della quotazione e il 31 marzo dell’anno successivo. L’istanza andrà redatta in accordo al facsimile allegato al DM (che potete trovare su www.gazettaufficiale.it) e inviata all’indirizzo di posta elettronica certificata

dgpicpmi.div05@pec.mise.gov.it

Il ministero, entro la fine di aprile (quindi entro 30 giorni dall’ultima data disponibile) comunicherà alla PMI l’ammissione al beneficio con il relativo importo spettante, in base alle domande complessivamente presentate e ai fondi disponibili.

Il credito di imposta, che va indicato nel quadro RU della dichiarazione, si utilizza in compensazione in F24, senza limiti di importo, e non concorre a formare l’imponibile Ires e Irap.

Voi quali azioni acquisterete?

Qui potete trovare il testo integrale.


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GDPR e Mail – Come spedire allegati in sicurezza?

Ad alcuni di voi potrebbe capitare di dover spesso inviare mail contenenti dati sensibili. Vi siete chiesti come comportarvi in relazione al nuovo GDPR?

Società specializzate nella esecuzione di lavori in subappalto per grandi committenti, professionisti del giornalismo, commerciali, sono tutti profili che utilizzano la mail per condividere la copia del passaporto, visti, e altri documenti contenenti dati personali.

Ricordo che “Dato personale” è qualsiasi informazione (nome, codice fiscale, immagine, voce, impronta digitale, traffico telefonico) concernente una persona fisica identificata o identificabile, anche indirettamente, oppure informazioni riguardanti una persona la cui identità è nota o può comunque essere accertata mediante informazioni supplementari.

Ho svolto qualche ricerca e devo ammettere che non sono molto soddisfatto dei risultati.

Il problema è reale, le mail possono in teoria essere “lette” attraverso ognuno dei molteplici server che attraversano. Le virgolette sono d’obbligo in quanto non si tratta certo di una persona fisica ma del pericolo che qualche software possa captare informazioni riservate.

Non dimentichiamo poi quanto sia comune inviare una mail ad un errato destinatario.

La soluzione vincente potrebbe essere criptare di default tutte le mail in modo che possano essere decriptate solo dal destinatario “certificato”. Purtroppo sembra che questa soluzione sia ancora lontana, la criptazione è un processo troppo pesante per le persone che vogliono in fondo inviare solo un messaggio.

Solo le grandi organizzazioni hanno servizi mail criptati come NHS ma una soluzione del genere non può venire in aiuto alle PMI e ai professionisti.

Un’altra soluzione potrebbe essere affidarsi a servizi mail come la svizzera ProtonMail  e la tedesca Tutanota ma spesso occorre inviare ai destinatari una password via sms per decriptare le mail.

Tutanota invia al destinatario una mail “Hai ricevuto un messaggio criptato”, devi seguire il link per leggerlo e rispondere via browser. Se desideri conservarne una copia devi esportare la mail, decisamente poco comodo anche se efficace.

Esistono anche plug-in per Gmail e Outlook come quello offerto da streak oppure da mapilab ma non ho ancora avuto modo di testarli.

A mio avviso una buona idea è utilizzare le soluzione Cloud di Microsoft Office365 e Google Gsuite: create una cartella contenente i file, configurate le impostazioni di condivisione e inviate il relativo link al destinatario.

Ancora, tutti i documenti Office permettono velocemente di impostare una password di protezione dal menu file.

Ovviamente i casi più comuni riguardano file JPEG, PNG, PDF. In questo caso consiglio di comprimerli in un file Zip o Rar e proteggerli con una password.

Mi riprometto di approfondire l’argomento e proporre ulteriori soluzioni, nel frattempo aspetto le vostre segnalazioni!


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Manager: Bonus del 40% sui corsi 4.0. Si torna a scuola!

Sembra che finalmente il decreto di attuazione del credito di imposta per la formazione 4.0 stia per vedere la luce: è stato registrato dalla corte di conti e quindi dovrebbe essere pubblicato presto sulla Gazzetta ufficiale.

Il Bonus vale solo per gli investimenti effettuati nel 2018, nonostante le linee guida arrivino con 6 mesi di ritardo, rendendo difficile effettuare spese pienamente conformi.

Tre le macroaree individuate dall’allegato A della legge di bilancio:

– Vendita e Marketing

– Informatica

– Tecniche e tecnologie di produzione

Ognuno dei macrosettori contiene una serie di attività specifiche come acquisti, commercio al dettaglio e all’ingrosso, gestione magazzino, stoccaggio, tecnich di marketing e ricerche di mercato.

La formazione dovrà essere strettamente correlata ad attività di digitalizzazione in ottica industria 4.0, così come riportate nella norma:

– Big Data

– Cloud e fog computing

– Cyber security

– Simulazione e sistemi cyber-fisici

– Prototipazione rapida

– Sistemi di visualizzazione

– Realtà virtuale e aumentata

– Robotica avanzata e collaborativa

– Interfaccia uomo macchina

– Stampa tridimensionale

– IoT

– Integrazione digitale dei processi aziendali

Per tutte queste aree formativa previste dalla legge di bilancio sono a disposizione 250 milioni di euro in via sperimentale per il 2018.

Il credito d’imposta, nella misura del 40% ed entro un massimo di 300mila euro per beneficiario, scatterà limitatamente al costo aziendale riferito alle ore o alle giornate di formazione del personale dipendente. Il beneficio si applicherà anche alle ore di formazione svolte da un dipendente interno “esperto” in qualità di tutor, ma in questo caso con un tetto (fino al 30% della retribuzione complessiva annua).

Obbligo rilevante è che l’impegno ad effettuare investimenti in attività formative sia formalmente previsto nel contratto collettivo depositato presso l’ispettorato territoriale del lavoro competente.


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iPad e Apple Pencil, le migliori app per prendere appunti

Finalmente mamma Apple sbaraglia il mercato offrendo il nuovo Ipad ad un prezzo imbattibile e compatibile con la Apple Pencil. Nessuna scusa quindi, siete pronti ad abbandonare il vecchio manager block?

App Store è pieno di app per chi ama prendere appunti, ecco alcune delle mie preferite.

Apple notes – La migliore gratuita

Se vuoi iniziare a scrivere su Ipad con una Apple Pencil, non c’è posto migliore dove cominciare della applicazione ufficiale Apple Note. Non è esattamente una app piena di funzionalità, non puoi per esempio modificare la dimensione del tratto, usare evidenziatori e altri tool. Tutto ciò che puoi fare è scegliere il tipo di carta, bianca, a linee o a quadretti e il colore del tratto, Nerò, blu, verde, giallo o rosso.

Note si fa presto perdonare la mancanza di funzioni avanzate, Apple ha progettato  la app pensando a iPad, per questo motivo puoi iniziare a scrivere una nuova nota a mano libera semplicemente toccando con Apple Pencil lo schermo del tuo iPad quando è bloccato.

Anche lo strumento per selezionare è impressionante, il migliore mai provato. Note seleziona precisamente la linea di testo desiderata, anche quando sovrapposta ad altre linee di testo magari per aver preso appunti troppo in fretta. Sembra magia.

La sincronizzazione iCloud tra tutti i dispositivi iOS è comoda, ma ad essere onesti bisogna dire che Apple ha fatto davvero il minimo dispensabile.

Per vedere veramente cosa è capace di fare Apple Pencil occorre provare altre app e spendere qualche euro.

Notability – La più versatile

Notability è probabilmente la app maggiormente degna di nota fra quelle compatibili con Apple Pencil, per molte buone ragioni.

Prima di spendere soldi per qualsiasi altra app compatibile con la scrittura a mano libera, considera seriamente di spendere una decina di euro per Notability. Non solo ti permetterà di fare praticamente qualsiasi cosa come annotare  PDF ma sarà in grado di regalarti la migliore esperienza di scrittura a mano libera di tutto l’app store. Il tratto è fluido e preciso, dovrai concentrarti solo sulla scrittura.

È possibile scegliere tra nove stili di carta, con righe o senza, oltre a 15 colori differenti. È semplice importare PDF e siti ed evidenziarli come se fossero su carta. Puoi registrare appunti audio mentre scrivi e puoi quindi ascoltare esattamente cosa si stava dicendo quando hai scritto la nota (per gli studenti è fantastico).

Il supporto iCloud  di Notability lavora egregiamente, puoi facilmente  scrivere note su iPad e leggerle sulla app per Mac in un secondo momento (venduta separatamente).

La barra degli strumenti di Notability è più completa di quella di Notes. Potrebbe essere fonte di confusione a prima vista, se non fosse per il  tutorial incredibilmente utile in bundle al momento del lancio, che ti guida attraverso quasi tutti gli strumenti e le funzionalità della app.

GoodNotes 4– il migliore per organizzarsi

GoodNotes non è intuitivo come Notability ma offre molte opzioni simili anche se non permette di registrare audio.

Puoi facilmente creare forme come un triangolo, una circonferenza o un rettangolo. Semplicemente clicca sull’apposito menu, abbozza la forma con la tua Apple Pencil e GoodNotes automaticamente la convertirà in una geometria perfetta. Non riesce a convertire le note scritte a mano in dattiloscritte come altre app ma la sua ricerca è abbastanza buona da permetterti di ricercare una specifica parola fra le tue note.

Hai bisogno di annotare qualcosa fra due righe, utilizza la lente di ingrandimento, una utile finestra  rettangolare che ti permette di lavorare senza la necessità di pinzare lo schermo. GoodNotes fa inoltre un ottimo lavoro quando si tratta di organizzare le note in base al soggetto rispetto a Notability, siccome  permette di separare i note books per ogni progetto, ognuna con la sua copertina.

GoodNotes ti permette quindi di scrivere a mano libera come se fosse un bloc-notes reale, per questo motivo non è facile scorrere tra pagine multiple così come scorrer la pagina quando scrivi in modo continuativo. Al pari di un foglio reale, sei legato alle sue dimensioni e puoi solo voltare pagina, una restrizione che si fa un po’ sentire sugli iPad di dimensioni meno generose.

Myscript Nebo– la migliore per la conversione del testo

Siamo ancora molto lontani dal giorno in cui la tecnologia potrà tradurre i geroglifici del tuo medito in un elegante Arial corpo 12, ma MyScript Nebo ci ricorda che ci siamo molto vicini. È la migliore per la conversione del testo siccome trasforma le tue note scritte a mano in qualcosa che puoi inviare via mail con un paio di tap. Puoi anche vedere una anteprima in modo da correggere eventuali errori prima della conversione definitiva.

Tieni solo a mente che la conversione del testo non è sempre affidabilissima, i migliori risultati si ottengono scrivendo lentamente, aspetto che potrebbe diminuire l’appeal di Nebo.

Microsoft OneNote – la migliore per la collaborazione

Da quando ho abbandonato Evernote, sono un grande utilizzatore di OneNote, finalmente compatibile non solo con iOS e MacOS ma anche con Apple Pencil.

Per utilizzarla occorre un account Microsoft, non un grosso problema se possiedi un vecchio account Hotmail. Assomiglia per certi versi a Note di Apple ma con la possibilità di modificare la dimensione del tratto e il colore.

Una delle caratteristiche che mi piace di più è la grande dimensione delle pagine. Per me utilissima quando per esempio devo tradurre del testo oppure annotare diverse riunioni nell’ambito dello stesso progetto. Puoi affiancare testo, inserire foto, ideale per mappe mentali o brainstorming.

Questa caratteristica comodissima impedisce però di convertire i documenti in PDF a differenza delle altre app prese in considerazione.

Come bonus, l’integrazione di OneNote con la suite Office rende davvero semplice la collaborazione fra amici e colleghi in possesso di un acconti Microsoft.

WriteOn Notes Plus – Il migliore uso della carta digitale

Note Plus offre l’esperienza di scrittura meno piacevole di tutte le app qui elencate ma merita una menzione siccome nessuna altra app “capisce” la scrittura su iPad come lei.

Anche qui come in Notability manca la possibilità di voltare pagina per iniziare a scrivere su un altro foglio, ma puoi scorrere la pagina verso il basso poggiando il polso in un angolo. Se hai bisogno di cancellare qualcosa non devi selezionare nessun tool, ti basterà strofinare sulla parola per farla scomparire. Non hai neanche bisogno di un tool di selezione siccome Notes Plus seleziona automaticamente il testo quando disegni un cerchio attorno ad esso. Come GoodNotes ha una efficace lente di ingrandimento e la capacità di convertire il testo a mano libera, anche se non efficace come MyScript Nebo.

Sarebbe probabilmente perfetta se non fosse per le performance in scrittura, poco piacevole. Sembra appiccicoso soprattutto quando si usa la penna stilografica.

Il più delle volte mi sono ritrovato a lavorare con le impostazioni di penna a sfera, anche modificando le opzioni, Notes Plus non offre ancora un’esperienza di scrittura soddisfacente come praticamente ogni altra app.

In ogni caso credo valga la pena tenerla d’occhio per il futuro.

E voi quale app preferite?


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Laptop e meeting, una teoria consiglia di tenerli separati

Quando nel 2010 ho ricevuto in regalo il mio primo Ipad, eravamo ancora abituati a partecipare alle riunioni accompagnati da pesanti manager-block oppure agende, regalo di generosi fornitori.

Lavoravo per una nota società metalmeccanica, tutti i livelli erano dotati di desktop, non avevamo budget per innovare il parco tecnologico.

Cominciai quindi a sfruttare il mio nuovo tablet durante le riunioni, abitudine che oggi condivido con moltissimi colleghi che come me si muovono sempre accompagnati dai loro laptop.

Ma è giusto? Una recente ricerca sembra aver dimostrato che i diversi strumenti digitali progettati per migliorare la nostra produttività in realtà potrebbero ostacolarla quando si frappongono fra noi e il focus del meeting o della lezione.

Il multitasking durante le riunioni costa, globalmente parlando, alle società circa 450 bilioni di dollari ogni anno – vedi qui – . I principali colpevoli sono proprio laptop e tablet.

Le forze in gioco sono principalmente psicologiche. Sebbene il multitasking abbia una cattiva reputazione, gestire più cose contemporaneamente è di fatto possibile a seconda del tipo di attività e del relativo impegno mentale richiesto.

Una persona può tranquillamente leggere un libro e ascoltare musica classica allo stesso tempo.

Ricorda: questo è vero solo se usato per una sola attività di concetto alla volta siccome lavora sulla memoria a breve periodo.

Per questo motivo una persona non può leggere un libro e scrivere una mail allo stesso tempo, il ciclo coinvolge due attività di concetto simultaneamente.

In conclusione c’è una grande differenza tra multitasking e task switching, ossia saltare da una attività all’altra.

Non è di fatto possibile lavorare su due attività simili allo stesso tempo. Tornando quindi ai nostri laptop, parliamo di saltare tra due fonti diverse di informazioni e/o attività di concetto: una sollo schermo e l’altra al di fuori, questo è il problema.

La verità è che non possiamo rispondere alle mail, a WhatsApp, alle notifiche dei diversi tool come Trello e Slack e porre la massima attenzione ad una conversazione allo stesso tempo.

Nel caso di informazioni sullo schermo e fuori da esso, l’attenzione può focalizzarsi su una fonte alla volta a meno di non avere un calo di produttività. Moltiplicando  questo calo per tutti i partecipanti di una riunione si ha il costo del tempo perso per il solo motivo di aver tirato fuori i laptop.

LA SOLUZIONE?

La psicologia può aiutarci, la prossima volta che indici una riunione prova questi semplici passaggi:

  • Stabilisci una regola generale che imponga di non utilizzare i laptop durante i meeting.  Prepara la sala con  blocchi e penne in modo da evitare proteste da chi come me utilizza sempre l’ipad e Onenote per prendere appunti (si, ho abbandonato Evernote e poi vi spiegherò perché). Siate coerenti.
  • Nel corso dei meeting da remoto che obbligatoriamente necessitano di un laptop, attiva per tutte le app che potrebbero distrarti la modalità “non disturbare”. Se non è possibile, chiudi le app, nessuna scusa.
  • Sii responsabile. Le persone adorano essere distratte, rispondere ad una notifica genera soddisfazione, per questo motivo non riusciamo a tenere da parte i nostri iphone. Se i tuoi colleghi sono molto indisciplinati, chiedigli di depositare i cellulari in una vaschetta prima che inizia la riunione.

I VANTAGGI

Nell’epoca di industria 4.0 potrà sembrare assurdo vietare uno strumento che dovrebbe facilitare il lavoro, ma l’evidenza del suo abuso è sufficiente per riconsiderare un’opzione più analogica.

Ecco cosa otterrai vietando l’uso dei laptop durante le riunioni:

  • Aumento di empatia: il maggiore contatto visivo e osservare il linguaggio del corpo aiutano a comprendere meglio il punto di vista di chi parla. Un team che ascolta e risponde con maggiore empatia è un team più produttivo.
  • Tempo: quando tutti i partecipanti sono coinvolti, i meeting avranno più energia e le conversazione sarà più efficace. Si arriverà al punto in minor tempo.
  • Comprensione: studi dimostrano che scrivere a mano aiuta a trattenere più informazioni rispetto a quando digitiamo.

Personalmente proverò a seguire questi consigli con qualche piccola modifica, utilizzerò apple pen e ipad per prendere appunti ma disattivando tutte le notifiche.

Fatemi sapere cosa ne pensate, a presto!


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Industry 4.0 – 8 Competence Center in fase negoziale

I Competence Center sono una delle innovazioni introdotte dal piano Industry 4.0. Si tratta di poli di innovazione costituiti nella forma di partenariato pubblico-privato da almeno un organismo di ricerca e da una o più imprese.

Obiettivo dei Competence Center è l’orientamento e la formazione delle imprese e l’attuazione di progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in ambito 4.0

Il bando è stato pubblicato lo scorso 29 gennaio, il termine ultimo per la presentazione delle domande fissato al 30 aprile.

Solo due delle dieci candidature non sono state ammesse alla fase negoziale con il ministero dello Sviluppo Economico, di seguito la graduatoria:

1. Politecnico di Torino – Manufacturing 4.0, concentrato soprattutto sulla innovazione manifatturiera;

2. Politecnico di Milano – Made in Italy 4.0, concentrato sulla manifattura digitale (sistemi cyber-fisici per il manifatturiero avanzato);

3. Alma Mater Studiorum Università di Bologna- Bi-rex, un progetto a tutto campo che spazia dal 3D alla sensoristica, dai big data alla logistica;

4. Scuola Superiore Sant’anna di Pisa – Artes 4.0, focus su robotica applicativa;

5. Università di Padova – che si concentra sulle tecnologie “Smact” (Social network, Mobile platforms &Apps, Advanced Analytics and Big Data, Cloud, Internet of Things).

6. Federico II di Napoli – Industry 4.0 che punta su progetti di integrazione di filiera e di sistema con ricadute prioritarie per i settori automotive, aerospazio, ferroviario, cantieristico;

7. Consiglio nazionale delle ricerche – Start 4.0;

8. La Sapienza di Roma – Cyber 4.0, focalizzata su cybersecurity per automotive, e-health e aerospazio;

Esclusi il Centro siciliano di fisica nucleare e l’Università di Catania.

Circa 400 le imprese alleate tra cui Fca, Leonardo, Ge Avio, Tim, Ibm, Siemens, Eni, Brembo, Comau, Bonfiglioli, Ducati, Ima, Stm, Hitachi, Philip Morris, Electrolux, Danieli, Adler, Ericsson, Mermec.

La prossima fase di negoziazione vedrà i partenariati impegnati nella presentazione dei progetti per ottenere il decreto di concessione contenente sono solo obiettivi e tempi di realizzazione ma anche indicazione delle spese ammissibili.

73 i milioni a disposizione, una dote non da poco ottenuta recuperando fondi perenti del ministero e attingendo in piccola parte dai fondi Ue per il Mezzogiorni (dedicati ai centri del Sud):

– 65% per costituzione e avviamento dei competence center

– 35% per finanziamento progetti di innovazione con particolare riferimento alla ricerca applicata e non di base

Personalmente sono già entrato in contatto con i promotori della Federico II, ai quali rivolgo un grande in bocca al lupo e con i quali non vedo l’ora di collaborare!


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Addio alla scheda carburante – Cosa cambia dal 1° luglio 2018

A partire dal prossimo 1° luglio, tutti i titolari di partita IVA dovranno utilizzare la fatturazione elettronica in luogo della scheda carburante per documentare i relativi acquisti.

L’obiettivo è contrastare la tendenza, di imprese e professionisti, di sopravvalutare i costi relativi ai carburanti, in modo da abbattere l’imponibile e ridurre il versamento delle imposte.

Quindi la scheda carburante non potrà più essere utilizzata, come previsto dall’art. 22 comma 3 del DPR 633/72.

In particolare, non sarà più possibile accedere alle agevolazioni fiscali in caso di pagamento del rifornimento carburante in contanti o tramite scheda carburante, e per poter richiedere il rimborso sarà necessario abbinare a ogni rifornimento una fattura elettronica.

Ricordiamo che la fattura elettronica è un file .XML che oltre a contenere le informazioni “standard” contiene anche informazioni relative alla trasmissione della fattura al destinatario tramite il sistema di interscambio “Sdl”.

I vari player si sono già attivati per semplificare la gestione del rifornimento delle flotte aziendali, come per esempio la DKV Euro Service che può vantare un network multimarca di oltre 7.000 stazioni e che oltre alla fattura elettronica offre anche sconti speciali dedicati a chi usa la DKV Card.

E voi come vi adeguerete?


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