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GDPR – Organigramma Privacy e descrizione attori principali

Del ruolo del DPO, nuova figura introdotta dal vigente GDPR, abbiamo già parlato qui.

Oggi voglio approfondire il tema dell’organigramma privacy e i suoi relativi attori.

Le figure privacy chiave disciplinate dal GDPR sono il titolare (e i con-titolari), il responsabile (e sub-responsabili), il DPO e gli autorizzati (gli incaricati del vecchio dlgs 196).

IL TITOLARE

Il titolare del trattamento è la persona fisica o giuridica, l’autorità pubblica, il servizio o altro organismo che, singolarmente o insieme ad altri, determina le finalità e i mezzi del trattamento di dati personali.

Il titolare ha autonomia decisionale in merito alle modalità di trattamento dei dati ed ha i seguenti obblighi:

  • mettere in atto misure tecniche e organizzative adeguate per garantire che siano trattati solo i dati personali necessari per ogni specifica finalità del trattamento
  • adottare politiche interne conformi al Regolamento
  • essere in grado di dimostrare che il trattamento è conforme al Regolamento (principio dell’accountability)
  • essere in grado di dimostrare di avere adottato misure (organizzative e tecniche) adeguate ed efficaci per la protezione dei dati personali.

IL RESPONSABILE

Il responsabile del trattamento è la persona fisica o giuridica, l’autorità pubblica, il servizio o altro organismo che tratta dati personali per conto del titolare del trattamento.

E’ designato dal titolare con un contratto o con altro atto giudico che deve necessariamente disciplinare:

  • la durata, natura e finalità del trattamento
  • le categorie dei dati oggetto del trattamento
  • le categorie di interessati
  • gli obblighi e diritti del titolare
  • le misure tecniche e organizzative adeguate a consentire il rispetto delle istruzioni impartite dal titolare e del Regolamento.

Con gli stessi obblighi è consentita la nomina di sub-responsabili dedicati a specifiche attività di trattamento. È sempre il responsabile a rispondere di eventuali inadempimenti dei sub-responsabili a meno che sia dimostrabile che l’evento dannoso non gli è in alcun modo imputabile.

IL DPO

Il Data Protection Officer (DPO), altrimenti detto responsabile della protezione dei dati, è designato dal titolare o dal responsabile del trattamento per assolvere a funzioni di supporto e controllo, consultive, formative e informative relativamente all’applicazione del GDPR. Coopera con l’Autorità (attenzione ai casi in cui vada comunicato al Garante) e costituisce il punto di contatto, anche rispetto agli interessati, per le questioni connesse al trattamento dei dati personali.

Il DPO ha il compito di analizzare, valutare e disciplinare la gestione del trattamento e della salvaguardia dei dati personali all’interno di un’azienda, secondo le direttive imposte dalle normative vigenti: potrà essere un soggetto interno (dipendente o collaboratore) o esterno (società di consulenza) e dovrà possedere competenze sia in aree giuridiche che informatiche e una ampia conoscenza della normativa. Egli esegue le proprie funzioni in completa indipendenza (senza ricevere alcuna istruzione o imposizione gerarchica) e riferisce sul suo operato direttamente ai vertici aziendali, i quali, per la piena esecuzione dei suoi compiti dovranno fornire risorse adeguate.

Gli autorizzati

La figura  dell’autorizzato (art. 30 del codice privacy) non è presente in nessuna delle altre 27 legislazioni degli Stati membri dell’Unione e di fatto non è una figura autonoma prevista dal GDPR. Il Garante ha avuto non poche difficoltà nell’introdurla nella legge italiana siccome le altre DPA europee ritengono possa creare ambiguità con la figura dei responsabili.

Gli autorizzati (art. 4.1 del codice privacy) sono persone autorizzate al trattamento dei dati personali sotto l’autorità diretta del titolare o del responsabile. Si tratta di una volontaria responsabilizzazione di queste persone attraverso una specifica lettera di attribuzione di incarico che individui puntualmente l’ambito del trattamento consentito.

ORGANIGRAMMA DELLA PRIVACY

L’organigramma della privacy sarà diverso a seconda delle dimensioni della società
. Le grandi aziende, ad esempio, dotate di risorse economiche adeguate e di profili competenti potranno strutturare le proprie organizzazioni in modo tale da garantire al DPO un ufficio ad hoc ove all’interno opereranno figure esperte di normativa, informatica, risk management, legale e sicurezza aziendale principalmente incaricate del controllo di conformità al GDPR.

Nel contempo, in queste aziende, dovranno essere presenti anche strutture più operative, che si dovranno occupare della concreta realizzazione degli adempimenti normativi previsti dal GDPR.

Pensiamo ad esempio alla redazione dei moduli d’informativa alla clientela, della cura delle nomine a responsabile esterno del trattamento dei dati, la realizzazione del Privacy impact assesment etc.

Anche le aziende di medio grandi dimensioni, sono generalmente già dotate di risorse interne con competenze in risk management, legali, normative, IT, etc., anche se non specializzate in ambito data protection. Un secondo modello organizzativo che potrà quindi essere adottato in molte realtà medio/grandi si baserà su una figura di DPO indipendente, che insieme a un numero contenuto di collaboratori, nello svolgere le proprie attività, potrà avvalersi del supporto e della collaborazione dei vari uffici – compliance, legale, Sicurezza, IT, internal audit – che a diverso titolo e livello contribuiranno al pieno rispetto dei principi sanciti in ambito Privacy.

Soprattutto in una fase di implementazione iniziale del nuovo modello organizzativo, il DPO potrà avvalersi altresì del supporto costante di una società di consulenza esterna, alla quale potrà rivolgersi affinché si possa rafforzare il presidio di conformità al nuovo Regolamento.

Ancora, un ulteriore modello organizzativo potrà prevedere la nomina da parte del titolare o del responsabile di un professionista o un’organizzazione esterna in qualità di DPO.

Aspetto i vostri commenti e suggerimenti, a presto!

29 giugno : articolo aggiornato in base ai graditi suggerimenti di Simone Chiarelli.


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Harley Davidson and Snow – Divertentissima!

Lo scorso Marzo si è svolta in Italia, nella tirolese valle di Ridnaun, la sesta edizione della divertentissima manifestazione Harley And Snow.

Un evento unico in Europa che questo anno ha coinvolto più di 240 concorrenti. L’obiettivo è conquistare la vetta percorrendo il più velocemente possibile 250 metri di piste innevate, gareggiando in una di queste cinque categorie: Stock Bike, Vintage Bike (la mia preferita), Performance Bike, All Bike e Open Class.

L’edizione ha raccolto più di 9000 spettatori che, incuranti del pessimo tempo, hanno avuto la possibilità di ammirare le prodezze di piloti professionisti che hanno spinto oltre ogni limite se stessi e le loro moto.

L’organizzazione è stata molto impegnativa, un enorme tendone di accoglienza, circa 35.000 pinte di birra e due band. Piloti provenienti da Italia, Germania, Austria, Svizzera, Belgio e Olanda hanno preparato a dovere le loro moto per individuare il modo migliore per raggiungere la vetta. Sembra che quest’anno sia stata davvero dura, siccome la temperatura non era bassa abbastanza affinché il fondo si ghiacciasse, lasciando il posto quindi ad un soffice tappeto di neve difficile da gestire anche per i piloti più smaliziati.

Nessun ferito e nessuna moto danneggiate, anche grazie alla presenza di valori vigili del fuoco.

Chiodi, catene, gomme speciali, uncini, motori sovralimentati, telai rinforzati, forcelle speciali e un bel paio di controcoglioni è tutto quello che occorre per vincere la gara.

Il trucco è raggiungere la maggiore velocità possibile nell’aria di accelerazione, attraversare la linea di partenza e scalare con coraggio la pista. Può sembrare semplice ma sembra che molti concorrenti non siano riusciti neanche a partire.

Proprio oggi la casa di Milwaukee sembra aver comunicato che per contenere i costi e restare competitivi sul mercato europeo (il secondo dopo la piazza domestica) trasferirà sempre più la produzione negli impianti esteri. Unica soluzione per cercare di evitare i dazi introdotti dal governo Trump.

Ad ogni modo, potete visitare il sito ufficiale della manifestazione qui, l’ingresso è gratuito e vitto e alloggio sono a buon mercato quindi non avete nessuna scusa per mancare alla prossima edizione!

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GDPR e HR: per quanto tempo conservare i dati? Scacco matto in 6 mosse

GDPR e dati dei dipendenti. E’ prassi diffusa applicare il termine di dieci anni (prescritto dal Codice delle Obbligazioni per numerosi documenti amministrativi), anche per alcuni atti personali.

Ad esempio, i documenti necessari per le assicurazioni sociali o la dichiarazione di salario, per allestire o giustificare i certificati di lavoro e per fornire referenze devono essere conservati per dieci anni dopo lo scioglimento del contratto di lavoro.

Cosa cambia con il GDPR?

Il nuovo GDPR indica che i dati personali possono essere conservati per un periodo di tempo non superiore a quello necessario agli scopi per i quali sono stati raccolti e trattati.

Pertanto, ogni azienda, società o altro tipo di ente dovrà adeguarsi a tale previsione normativa, provvedendo senza ritardo alla cancellazione o alla anonimizzazione dei dati nel momento in cui la conservazione dei dati personali non risulti ulteriormente giustificata.

Cosa cambia per le Risorse Umane?

La regola generale è eliminare i dati nel momento in cui viene meno lo scopo di raccolta degli stessi, a meno che non esistano altri motivi per la conservazione. Il consiglio è quindi di delineare un regolare processo di revisione e di pulizia dei database delle risorse umane.

Il GDPR impone alle Risorse Umane di delineare e spiegare, per ogni categoria di dati personali, il motivo e la durata del trattamento.

Per mettersi al sicuro prova a gestire ogni categoria di dati dei dipendenti con questi 6 passaggi:

  1. Svolgi un audit. Analizza in che modo sono registrate le informazioni, il motivo, la durata e la relativa motivazione;
  2. Nomina un responsabile che sia opportunamente formato;
  3. Valuta i rischi associati alle tue registrazioni. Redigi un documento da allegare al tuo registro dei rischi
  4. Proteggi i dati assicurandoti che siano oggetto di back-up e che non possano essere rubati o manomessi;
  5. Sostieni i diritti individuali. Assicurati di poter accedere, modificare o cancellare i dati se richiesto da un dipendente
  6. Svolgi esami periodici. Controlla i tuoi dati regolarmente e distruggi tutti i record che non ti servono. Se ritieni che alcuni dati debbano essere conservati più a lungo di quanto si pensi, devi ricevere il consenso da tutti i dipendenti coinvolti.

Due buone norme:

  • I documenti concernenti la candidatura (ad esempio curriculum vitae, attestati, diplomi, foto) vanno restituiti al più tardi al termine del rapporto di impiego;
  • I documenti riguardanti le qualifiche, le perizie mediche o i test attitudinali devono essere distrutti o restituiti al più tardi due anni dopo che sono stati redatti.

Da un punto di vista pratico, con il GDPR occorre garantire ai dipartimenti HR i processi e gli strumenti tecnologici adeguati per raccogliere, tracciare, gestire e aggregare in modo affidabile l’ampio volume e la varietà delle informazioni dei dipendenti.

Questo potrebbe essere un obiettivo molto impegnativo per tutte quelle aziende che gestiscono i dati del personale su sistemi diversi (cartelle sul server aziendale, file excel, word, e-mail, ecc.). In queste condizioni, anche fornire una copia al dipendente dei suoi dati, può diventare un compito arduo.

Esistono molti software HR che permettono di gestire i dati dei dipendenti provenienti da diverse fonti per centralizzarli in un’unica piattaforma, facilmente accessibile e con back-up automatici.

E tu che soluzione stai adottando?


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PMI al via il bonus per la quotazione sotto forma di credito di imposta

Il 19 giugno è stato pubblicato il decreto attuativo che permette di presentare domanda di credito d’imposta a parziale copertura dei costi di consulenza per la quotazione in Borsa delle PMI.

Dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2020, costerà quindi meno quotarsi in borsa per le PMI che procedono alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione in uno Stato Ue o aderente al See.

In accordo alla legge di bilancio 2018, sarà riconosciuto sotto forma di credito di imposta il rimborso del 50% delle spese di consulenza sostenute, il tetto massimo è stato fissato in 500 mila euro e il numero minimo di società finanziabili nel triennio è stato fissato in 160.

CHI PUO’ USUFRUIRNE

In accordo alla raccomandazione 2003/361/CE, possono beneficiare della agevolazione tutte le società che, a livello di gruppo, non abbiano più di 250 dipendenti, con un bilancio che non superi 50 milioni di ricavi o 43 milioni di attivo dello stato patrimoniale e che siano in regola con provvedimenti di restituzione di aiuti o di incentivi dichiarati illegittimi.

La domanda di ammissione alla quotazione deve essere presentata dopo il 1° gennaio 2018 e l’ammissione deve essere ottenuta entro fine 2020.

QUALI COSTI SONO AMMISSIBILI

Sono ammissibili i costi sostenuti per le seguenti attività di consulenza esterna legate al processo di quotazione:

  • attività sostenute in vista del processo di quotazione e ad esso finalizzate, come l’implementazione e l’adeguamento del sistema di controllo di gestione, l’assistenza dell’impresa nella redazione del piano industriale, il supporto in tutte le fasi del percorso di quotazione nel mercato di riferimento;
  • attività fornite durante la fase di ammissione alla quotazione e finalizzate ad attestare l’idoneità della società;
  • collocamento delle azioni presso gli investitori;
  • supporto nella revisione delle informazioni finanziarie storiche o prospettiche, nella preparazione di report, e nello svolgimento della due diligence finanziaria;
  • assistenza nella redazione del documento di ammissione e del prospetto o dei documenti utilizzati per il collocamento;
  • questioni legali, fiscali e contrattualistiche strettamente inerenti alla procedura di quotazione come le attività relative alla definizione dell’offerta, la disamina del prospetto informativo o documento di ammissione o dei documenti utilizzati per il collocamento presso investitori qualificati, la due diligence legale o fiscale e gli aspetti legati al governo dell’impresa;
  • attività di comunicazione.

COME ACCEDERE

Per usufruire del credito di imposta occorre inviare domanda fra il primo ottobre dell’anno della quotazione e il 31 marzo dell’anno successivo. L’istanza andrà redatta in accordo al facsimile allegato al DM (che potete trovare su www.gazettaufficiale.it) e inviata all’indirizzo di posta elettronica certificata

dgpicpmi.div05@pec.mise.gov.it

Il ministero, entro la fine di aprile (quindi entro 30 giorni dall’ultima data disponibile) comunicherà alla PMI l’ammissione al beneficio con il relativo importo spettante, in base alle domande complessivamente presentate e ai fondi disponibili.

Il credito di imposta, che va indicato nel quadro RU della dichiarazione, si utilizza in compensazione in F24, senza limiti di importo, e non concorre a formare l’imponibile Ires e Irap.

Voi quali azioni acquisterete?

Qui potete trovare il testo integrale.


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GDPR e Mail – Come spedire allegati in sicurezza?

Ad alcuni di voi potrebbe capitare di dover spesso inviare mail contenenti dati sensibili. Vi siete chiesti come comportarvi in relazione al nuovo GDPR?

Società specializzate nella esecuzione di lavori in subappalto per grandi committenti, professionisti del giornalismo, commerciali, sono tutti profili che utilizzano la mail per condividere la copia del passaporto, visti, e altri documenti contenenti dati personali.

Ricordo che “Dato personale” è qualsiasi informazione (nome, codice fiscale, immagine, voce, impronta digitale, traffico telefonico) concernente una persona fisica identificata o identificabile, anche indirettamente, oppure informazioni riguardanti una persona la cui identità è nota o può comunque essere accertata mediante informazioni supplementari.

Ho svolto qualche ricerca e devo ammettere che non sono molto soddisfatto dei risultati.

Il problema è reale, le mail possono in teoria essere “lette” attraverso ognuno dei molteplici server che attraversano. Le virgolette sono d’obbligo in quanto non si tratta certo di una persona fisica ma del pericolo che qualche software possa captare informazioni riservate.

Non dimentichiamo poi quanto sia comune inviare una mail ad un errato destinatario.

La soluzione vincente potrebbe essere criptare di default tutte le mail in modo che possano essere decriptate solo dal destinatario “certificato”. Purtroppo sembra che questa soluzione sia ancora lontana, la criptazione è un processo troppo pesante per le persone che vogliono in fondo inviare solo un messaggio.

Solo le grandi organizzazioni hanno servizi mail criptati come NHS ma una soluzione del genere non può venire in aiuto alle PMI e ai professionisti.

Un’altra soluzione potrebbe essere affidarsi a servizi mail come la svizzera ProtonMail  e la tedesca Tutanota ma spesso occorre inviare ai destinatari una password via sms per decriptare le mail.

Tutanota invia al destinatario una mail “Hai ricevuto un messaggio criptato”, devi seguire il link per leggerlo e rispondere via browser. Se desideri conservarne una copia devi esportare la mail, decisamente poco comodo anche se efficace.

Esistono anche plug-in per Gmail e Outlook come quello offerto da streak oppure da mapilab ma non ho ancora avuto modo di testarli.

A mio avviso una buona idea è utilizzare le soluzione Cloud di Microsoft Office365 e Google Gsuite: create una cartella contenente i file, configurate le impostazioni di condivisione e inviate il relativo link al destinatario.

Ancora, tutti i documenti Office permettono velocemente di impostare una password di protezione dal menu file.

Ovviamente i casi più comuni riguardano file JPEG, PNG, PDF. In questo caso consiglio di comprimerli in un file Zip o Rar e proteggerli con una password.

Mi riprometto di approfondire l’argomento e proporre ulteriori soluzioni, nel frattempo aspetto le vostre segnalazioni!


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Manager: Bonus del 40% sui corsi 4.0. Si torna a scuola!

Sembra che finalmente il decreto di attuazione del credito di imposta per la formazione 4.0 stia per vedere la luce: è stato registrato dalla corte di conti e quindi dovrebbe essere pubblicato presto sulla Gazzetta ufficiale.

Il Bonus vale solo per gli investimenti effettuati nel 2018, nonostante le linee guida arrivino con 6 mesi di ritardo, rendendo difficile effettuare spese pienamente conformi.

Tre le macroaree individuate dall’allegato A della legge di bilancio:

– Vendita e Marketing

– Informatica

– Tecniche e tecnologie di produzione

Ognuno dei macrosettori contiene una serie di attività specifiche come acquisti, commercio al dettaglio e all’ingrosso, gestione magazzino, stoccaggio, tecnich di marketing e ricerche di mercato.

La formazione dovrà essere strettamente correlata ad attività di digitalizzazione in ottica industria 4.0, così come riportate nella norma:

– Big Data

– Cloud e fog computing

– Cyber security

– Simulazione e sistemi cyber-fisici

– Prototipazione rapida

– Sistemi di visualizzazione

– Realtà virtuale e aumentata

– Robotica avanzata e collaborativa

– Interfaccia uomo macchina

– Stampa tridimensionale

– IoT

– Integrazione digitale dei processi aziendali

Per tutte queste aree formativa previste dalla legge di bilancio sono a disposizione 250 milioni di euro in via sperimentale per il 2018.

Il credito d’imposta, nella misura del 40% ed entro un massimo di 300mila euro per beneficiario, scatterà limitatamente al costo aziendale riferito alle ore o alle giornate di formazione del personale dipendente. Il beneficio si applicherà anche alle ore di formazione svolte da un dipendente interno “esperto” in qualità di tutor, ma in questo caso con un tetto (fino al 30% della retribuzione complessiva annua).

Obbligo rilevante è che l’impegno ad effettuare investimenti in attività formative sia formalmente previsto nel contratto collettivo depositato presso l’ispettorato territoriale del lavoro competente.


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7 motivi per utilizzare il tuo iPad durante le riunioni invece del tuo Laptop

Da quando ho il mio nuovo iPad mi sono appassionato a questi temi e ho scoperto che il web è strapieno di articoli che spiegano se è meglio prendere gli appunti della riunione di lavoro su un computer o scriverli a mano.

Prendere appunti durante le riunioni è sicuramente importante, lasciare la sala dopo due ore di meeting senza una traccia è quanto di peggio possa capitare.

Moltissime ricerche tra cui una della Princeton University, dimostrano che le persone ricordano molto meglio le informazioni annotate a mano in quanto “elaborare le informazioni e riformularle con parole proprie è dannoso per l’apprendimento”.
Abbiamo già parlato di quanto sia dannoso utilizzare i Laptop durante le riunioni qui, scrivere sulla tastiera porta a copiare ciò che le altre persone stanno dicendo invece di cercare effettivamente di capire i concetti.

D’altro canto redigere un report di una riunione ti permette di condividere i risultati con i colleghi assenti. Inoltre, hai mai provato a scattare uno screenshot di una importante presentazione con il tuo portatile?
Forse il giusto compromesso è proprio il tuo nuovo ipad, in quanto combina il meglio di due mondi per 7 semplici motivi:

1. Puoi ancora prendere i tuoi appunti a mano.
Qui ho pubblicato un articolo sulle migliori app per prendere appunti a mano con la nostra amata Apple Pencil. Come accennato in precedenza, prendere appunti a mano aiuta a catturare meglio i concetti permettendo di iniziare subito il lavoro. Inoltre ti permette di inserire frecce e schizzi difficili da gestire con un laptop.

2. Meeting ben preparati e appunti facilmente consultabili in seguito
Ogni volta che ci accingiamo a partecipare ad un meeting, impieghiamo un po’ di tempo per preparaci in modo da partecipare attivamente piuttosto che perdere tempo. Prenditi un po’ di tempo per raccogliere le informazioni importanti, se le salvi digitalmente sul tuo iPad avrai sempre tutti i documenti a portata di mano. Inoltre potrai aggiungere screenshot, foto, file e ulteriori appunti anche in seguito.

3. Condividi velocemente le tue note
Siccome le tue note sono già sul tuo iPad, sarà facile condividerle via mail senza bisogno di riscriverle. Se la tua società sta usando un servizio cloud come OneDrive Business, puoi salvare le tue note in una cartella condivisa con pochi passaggi in modo che siano accessibili a tutti.
Applicazioni come GoodNotes possono sincronizzarsi con moltissimi servizi come Dropbox, GoogleDrive, iCloud Drive e Box.

4. Tutte le tue note sono ricercabili
Esatto, non avrai più bisogno di scavare fra pile e pile di carta alla ricerca di quella informazione tanto importante di cui ora hai disperatamente bisogno.
Personalmente adoro la funzione di ricerca di OneNote, molto potente. Basta scrivere l’argomento, ad esempio “GDPR” per estrarre subito le relative note.

5. Puoi aprire due differenti app nello stesso tempo con split view
Split View e Slideover sono le due principali nuove funzioni di iOS. È finalmente possibile affiancare due app sul tuo iPad, una funzione potentissima! Mentre prendi appunti durante una riunione puoi ora sovrapporre la tua mail app per vedere cosa desidera un cliente importante (non farlo durante i meeting…leggi qui).

6. Ridurrai significativamente lo spreco di carta (e l’ambiente ti ringrazierà)
Stampare l’agenda per tutti i partecipanti, flip chart per il brainstorming, un blocco di appunti per ogni partecipante, copia delle mail. Ogni singola riunione richiede una quantità di carta che sarà quasi sicuramente cestinata siccome le informazioni contenute sono già digitalizzate. Se tutto ciò che puoi fare con la carta oggi puoi farlo meglio con iPad, che motivo hai di sprecare tanta carta? Un ufficio senza carta è anche un ufficio molto meglio organizzato e permette a tutti di accedere semplicemente alle informazioni in ogni momento. Inoltre è importante per l’ambiente, e questa è la cosa più importante!

7. È molto più educato che scrivere su un laptop.
Ne abbiamo già parlato qui, anche a lavoro le maniere contano. È molto più educato mantenere il contatto visivo con i tuoi interlocutori utilizzando un device piatto che erigere una bella barriera psicologica nascondendoci dietro lo schermo di un laptop.

In conclusione, combinando il meglio di due mondi, il tuo nuovo iPad può essere la scelta giusta per chiunque voglia prendere efficaci e utili note durante le riunioni. Le informazioni sono facilmente accessibili a tutti e prendere appunti è ancora semplice come scrivere con una penna su un foglio.

Prova a portare il tuo iPad in riunione e fammi sapere come ti trovi!

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OneNote Microsoft Office 2019 – le novità che ci aspettano questa estate

Microsoft ha annunciato già da qualche settimana l’intenzione di rimpieazzare OneNote 2016 con una nuova versione per Windows 10 più potente e affidabile.

Se come me sei un grande utilizzatore di OneNote sarai ansioso di conoscere cosa ti aspetta.

Gli sviluppatori hanno raccolto le richieste più gettonate dagli utenti realizzando una versione unica di OneNote che combina tutti i vantaggi della snella attuale versione per Windows 10 con la potenza della vecchia OneNote 2016.

Equipaggiata con un nuovo motore di sincronizzazione compatibile con tutte le piattaforme (Web, Mac, iOS, Android), sarà sempre automaticamente aggiornata all’ultima versione.

Ecco quindi cosa ci aspetta:

– Inserimento e ricerca tags. È la caratteristica più potente dell’attuale OneNote 2016, sarà possibile inserire, creare e ricercare custom tags, rendendo semplice evidenziare le informazioni più importanti per ricercarle in seguito. I tags creati saranno disponibili su tutti i tuoi device, inoltre OneNote mostrerà i tag usati dai colleghi nei blocchi appunti condivisi in modo che non vadano creati nuovamente.
– Anteprima e modifica dei file. Massima integrazione e velocità, i file di Office potranno essere ispezionati mediante la loro anteprima insieme ai documenti allegati e conservati nel cloud.
– Esperienza utente migliorata. Una unica interfaccia grafica per tutti, molto più adatta ai grandi notebook

Inoltre saranno disponibili nuovi pennelli ma soprattutto un notevole miglioramento nella conversione delle note scritte a mano in testo, molto attesa da noi utilizzatori di Apple Pencil.


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Apple Watch diventa un Walkie Talkie, siamo tutti Michael Knight!

Nel corso dell’ultimo WWDC2018, fra le tante novità, è stato presentato il nuovo sistema watchOS 5 con la nuova funzione Walkie Talkie.

Un sogno per noi cresciuti a base di pane e Supercar (Knight Rider, il titolo originale) che abbiamo sempre desiderato accostare l’orologio alla bocca per comunicare.

La nuova funzione dell’Apple Watch ci permetterà di parlare istantaneamente con altri possessori del gioiellino da polso di Cupertino.

Una bella novità in arrivo per molti ma non per tutti: sarà compatibile con tutti i modelli di Apple Watch eccetto la prima serie.

Vediamo come funzionerà: la app Walkie Talkie del tuo Apple Watch compilerà automaticamente la lista dei tuoi contatti fortunati possessori di Apple Watch da te chiamati e messaggiati più spesso.

Tutto ciò che devi fare e invitare i tuoi contatti, una volta stabilito il ponte sarà sufficiente tenere premuto per parlare in tempo reale.

Proprio come un Walkie Talkie occorrerà rilasciare il pulsane per rispondere, un feedback tattile ci avviserà quando qualcuno sta per parlarci.

Quindi una volta accettato un invito il nostro contatto potrà parlare con noi in qualsiasi momento? Teoricamente dovrebbe essere così, in realtà, come si vede sulla pagina ufficiale, sembrerebbe possibile impostare lo stato su “non disponibile”, per non essere disturbati.

Altre novità introdotte sono le Competizioni per sfidare gli amici in gare settimanali (per stimolare l’esercizio), la rilevazione automatica degli allenamenti (comodissima), 12 tipi di nuovi allenamenti e nuove funzionalità per chi ama correre. Non dimentichiamo poi i nuovi coloratissimi cinturini!

Su App-Store erano già disponibili diverse soluzioni, la migliore forse è Zello, la app – qui il sito ufficiale – utilizzata dai  soccorritori durante l’uragano Harvey in Texas che  permette di inviare messaggi vocali e riceverli, ma anche di partecipare alle discussioni pubbliche o di aprire un proprio canale. La app ha ovviamente bisogno di una rete internet ma la sua forza è che è sufficiente anche una connessione rudimentale (ad esempio la nostra Edge/2G), caratteristica fondamentale in caso di emergenza.

Cosa ne pensate?


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iPad e Apple Pencil, le migliori app per prendere appunti

Finalmente mamma Apple sbaraglia il mercato offrendo il nuovo Ipad ad un prezzo imbattibile e compatibile con la Apple Pencil. Nessuna scusa quindi, siete pronti ad abbandonare il vecchio manager block?

App Store è pieno di app per chi ama prendere appunti, ecco alcune delle mie preferite.

Apple notes – La migliore gratuita

Se vuoi iniziare a scrivere su Ipad con una Apple Pencil, non c’è posto migliore dove cominciare della applicazione ufficiale Apple Note. Non è esattamente una app piena di funzionalità, non puoi per esempio modificare la dimensione del tratto, usare evidenziatori e altri tool. Tutto ciò che puoi fare è scegliere il tipo di carta, bianca, a linee o a quadretti e il colore del tratto, Nerò, blu, verde, giallo o rosso.

Note si fa presto perdonare la mancanza di funzioni avanzate, Apple ha progettato  la app pensando a iPad, per questo motivo puoi iniziare a scrivere una nuova nota a mano libera semplicemente toccando con Apple Pencil lo schermo del tuo iPad quando è bloccato.

Anche lo strumento per selezionare è impressionante, il migliore mai provato. Note seleziona precisamente la linea di testo desiderata, anche quando sovrapposta ad altre linee di testo magari per aver preso appunti troppo in fretta. Sembra magia.

La sincronizzazione iCloud tra tutti i dispositivi iOS è comoda, ma ad essere onesti bisogna dire che Apple ha fatto davvero il minimo dispensabile.

Per vedere veramente cosa è capace di fare Apple Pencil occorre provare altre app e spendere qualche euro.

Notability – La più versatile

Notability è probabilmente la app maggiormente degna di nota fra quelle compatibili con Apple Pencil, per molte buone ragioni.

Prima di spendere soldi per qualsiasi altra app compatibile con la scrittura a mano libera, considera seriamente di spendere una decina di euro per Notability. Non solo ti permetterà di fare praticamente qualsiasi cosa come annotare  PDF ma sarà in grado di regalarti la migliore esperienza di scrittura a mano libera di tutto l’app store. Il tratto è fluido e preciso, dovrai concentrarti solo sulla scrittura.

È possibile scegliere tra nove stili di carta, con righe o senza, oltre a 15 colori differenti. È semplice importare PDF e siti ed evidenziarli come se fossero su carta. Puoi registrare appunti audio mentre scrivi e puoi quindi ascoltare esattamente cosa si stava dicendo quando hai scritto la nota (per gli studenti è fantastico).

Il supporto iCloud  di Notability lavora egregiamente, puoi facilmente  scrivere note su iPad e leggerle sulla app per Mac in un secondo momento (venduta separatamente).

La barra degli strumenti di Notability è più completa di quella di Notes. Potrebbe essere fonte di confusione a prima vista, se non fosse per il  tutorial incredibilmente utile in bundle al momento del lancio, che ti guida attraverso quasi tutti gli strumenti e le funzionalità della app.

GoodNotes 4– il migliore per organizzarsi

GoodNotes non è intuitivo come Notability ma offre molte opzioni simili anche se non permette di registrare audio.

Puoi facilmente creare forme come un triangolo, una circonferenza o un rettangolo. Semplicemente clicca sull’apposito menu, abbozza la forma con la tua Apple Pencil e GoodNotes automaticamente la convertirà in una geometria perfetta. Non riesce a convertire le note scritte a mano in dattiloscritte come altre app ma la sua ricerca è abbastanza buona da permetterti di ricercare una specifica parola fra le tue note.

Hai bisogno di annotare qualcosa fra due righe, utilizza la lente di ingrandimento, una utile finestra  rettangolare che ti permette di lavorare senza la necessità di pinzare lo schermo. GoodNotes fa inoltre un ottimo lavoro quando si tratta di organizzare le note in base al soggetto rispetto a Notability, siccome  permette di separare i note books per ogni progetto, ognuna con la sua copertina.

GoodNotes ti permette quindi di scrivere a mano libera come se fosse un bloc-notes reale, per questo motivo non è facile scorrere tra pagine multiple così come scorrer la pagina quando scrivi in modo continuativo. Al pari di un foglio reale, sei legato alle sue dimensioni e puoi solo voltare pagina, una restrizione che si fa un po’ sentire sugli iPad di dimensioni meno generose.

Myscript Nebo– la migliore per la conversione del testo

Siamo ancora molto lontani dal giorno in cui la tecnologia potrà tradurre i geroglifici del tuo medito in un elegante Arial corpo 12, ma MyScript Nebo ci ricorda che ci siamo molto vicini. È la migliore per la conversione del testo siccome trasforma le tue note scritte a mano in qualcosa che puoi inviare via mail con un paio di tap. Puoi anche vedere una anteprima in modo da correggere eventuali errori prima della conversione definitiva.

Tieni solo a mente che la conversione del testo non è sempre affidabilissima, i migliori risultati si ottengono scrivendo lentamente, aspetto che potrebbe diminuire l’appeal di Nebo.

Microsoft OneNote – la migliore per la collaborazione

Da quando ho abbandonato Evernote, sono un grande utilizzatore di OneNote, finalmente compatibile non solo con iOS e MacOS ma anche con Apple Pencil.

Per utilizzarla occorre un account Microsoft, non un grosso problema se possiedi un vecchio account Hotmail. Assomiglia per certi versi a Note di Apple ma con la possibilità di modificare la dimensione del tratto e il colore.

Una delle caratteristiche che mi piace di più è la grande dimensione delle pagine. Per me utilissima quando per esempio devo tradurre del testo oppure annotare diverse riunioni nell’ambito dello stesso progetto. Puoi affiancare testo, inserire foto, ideale per mappe mentali o brainstorming.

Questa caratteristica comodissima impedisce però di convertire i documenti in PDF a differenza delle altre app prese in considerazione.

Come bonus, l’integrazione di OneNote con la suite Office rende davvero semplice la collaborazione fra amici e colleghi in possesso di un acconti Microsoft.

WriteOn Notes Plus – Il migliore uso della carta digitale

Note Plus offre l’esperienza di scrittura meno piacevole di tutte le app qui elencate ma merita una menzione siccome nessuna altra app “capisce” la scrittura su iPad come lei.

Anche qui come in Notability manca la possibilità di voltare pagina per iniziare a scrivere su un altro foglio, ma puoi scorrere la pagina verso il basso poggiando il polso in un angolo. Se hai bisogno di cancellare qualcosa non devi selezionare nessun tool, ti basterà strofinare sulla parola per farla scomparire. Non hai neanche bisogno di un tool di selezione siccome Notes Plus seleziona automaticamente il testo quando disegni un cerchio attorno ad esso. Come GoodNotes ha una efficace lente di ingrandimento e la capacità di convertire il testo a mano libera, anche se non efficace come MyScript Nebo.

Sarebbe probabilmente perfetta se non fosse per le performance in scrittura, poco piacevole. Sembra appiccicoso soprattutto quando si usa la penna stilografica.

Il più delle volte mi sono ritrovato a lavorare con le impostazioni di penna a sfera, anche modificando le opzioni, Notes Plus non offre ancora un’esperienza di scrittura soddisfacente come praticamente ogni altra app.

In ogni caso credo valga la pena tenerla d’occhio per il futuro.

E voi quale app preferite?


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